La rivoluzione russa esplose nel febbraio 1917 per rovesciare il regime imperiale dello Zar
Nicola II°, che in quel periodo era
stremato da tre anni di guerra (1a guerra mondiale) come membro della Triplice
intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia) che si contrapponeva alla Triplice
alleanza di Germania, Austria-Ungheria, e Italia.
Tutte le componenti socio politiche si unirono in questa impresa, a partire dai socialisti moderati, dai socialdemocratici (divisi fra menscevichi e bolscevichi), fino al partito dei cadetti di ispirazione liberale e democratica.
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Questo primo episodio rivoluzionario fu quello che realmente rovesciò il regime dello Zar, costringendolo ad abdicare, dando origine ad un governo provvisorio di ispirazione liberale (marzo 2017) sotto la guida del principe Lvov.
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Il nuovo Governo emanò subito delle misure liberali, eliminando istituzioni precedenti quali la Polizia zarista e la Gendarmeria imperiale, e sostituendole con una nuova struttura denominata Guardia Nazionale.
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Furono anche reintrodotte la libertà di espressione e quella di riunione, precedentemente vietate.
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I leader bolscevichi (Molotov e Stalin) privi del loro leader, Lenin, esule in Svizzera, inizialmente appoggiarono il nuovo Governo, ma nel frattempo crearono e diffusero una vera e propria rete di “organismi rappresentativi di base” a cui diedero il nome di soviet.
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Il 16 aprile 2017 Lenin tornò a Mosca, viaggiando su un treno blindato messogli a disposizione dai tedeschi, gli stessi con i quali la Russia era in guerra dal 1914, guadagnandosi l’appellativo di “spia”, di “traditore”, di “collaborazionista” e di “venduto al Kaiser”.
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La Germania aveva interesse a far rientrare Lenin in Patria, e finanziò quindi il partito bolscevico per la sua propaganda e per l’attività rivoluzionaria, investendo ben undici milioni di marchi tra il mese di febbraio e quello di novembre del 1917, allo scopo di incrementare il disordine politico in Russia, soffiando sul caos e sul disfattismo rivoluzionario di Lenin.
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Al suo arrivo Lenin viene accolto dal Presidente del Soviet, Nikolaj Chkeidze con le seguenti parole :
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"Bentornato, compagno Lenin. Il compito principale oggi è la difesa della rivoluzione. E questo obiettivo richiede non la divisione, ma la capacità di serrare i ranghi. Speriamo che condividerete questo obiettivo con noi”.
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Lenin aveva però altri progetti, e convinse i dirigenti bolscevichi a prendere le distanze dal nuovo Governo e a puntare direttamente ad un unico obiettivo : la presa del potere.
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La coercizione fu dunque il mezzo attraverso cui i
bolscevichi attaccarono e distrussero le resistenze governative, di coloro cioè
che avevano realizzato la rivoluzione anti-zarista, sostituendosi a loro
capillarmente e prendendo il potere.
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In primavera Aleksandr Fedorovic Kerenskij, membro del Governo provvisorio Moscovita divenne Ministro della Guerra e iniziò subito un’opera di indottrinamento dell’esercito in chiave anti –bolscevica.
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Il Congresso dei Soviet, a metà del mese di giugno, annunciò pubblicamente per bocca di Lenin di voler governare il Paese da solo, senza collaborare con gli altri partiti, definiti “borghesi”.
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La prima esibizione di forza del partito bolscevico si ebbe in occasione di una manifestazione di piazza, a Mosca, in cui centinaia di migliaia di dimostranti, tra cui l’intera guarnigione della vicina fortezza di Kronstadt, manifestarono per richiedere lo scioglimento della Duma, e chiedendo l’elezione di un’Assemblea costituente.
Francobollo commemorativo raffigurante lo Zar Nicola II° |
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Il potere illimitato e autocratico dello Zar era stato
minato dalle sconfitte che comportarono la perdita di territori quali la
Polonia, alcuni Paesi Baltici e l’Ucraina, mentre la popolazione russa era
ridotta in pessime condizioni.
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La rivolta popolare divampò nel febbraio del 1917, quando
i rappresentanti della Duma (il Parlamento russo), e quelli degli operai e dei
soldati (i Soviet) si accordarono per destituire lo Zar..Tutte le componenti socio politiche si unirono in questa impresa, a partire dai socialisti moderati, dai socialdemocratici (divisi fra menscevichi e bolscevichi), fino al partito dei cadetti di ispirazione liberale e democratica.
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Questo primo episodio rivoluzionario fu quello che realmente rovesciò il regime dello Zar, costringendolo ad abdicare, dando origine ad un governo provvisorio di ispirazione liberale (marzo 2017) sotto la guida del principe Lvov.
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Il nuovo Governo emanò subito delle misure liberali, eliminando istituzioni precedenti quali la Polizia zarista e la Gendarmeria imperiale, e sostituendole con una nuova struttura denominata Guardia Nazionale.
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Furono anche reintrodotte la libertà di espressione e quella di riunione, precedentemente vietate.
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I leader bolscevichi (Molotov e Stalin) privi del loro leader, Lenin, esule in Svizzera, inizialmente appoggiarono il nuovo Governo, ma nel frattempo crearono e diffusero una vera e propria rete di “organismi rappresentativi di base” a cui diedero il nome di soviet.
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Gulag - La scritta recita : In Urss il lavoro è una questione d'onore e di gloria. |
Il 16 aprile 2017 Lenin tornò a Mosca, viaggiando su un treno blindato messogli a disposizione dai tedeschi, gli stessi con i quali la Russia era in guerra dal 1914, guadagnandosi l’appellativo di “spia”, di “traditore”, di “collaborazionista” e di “venduto al Kaiser”.
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La Germania aveva interesse a far rientrare Lenin in Patria, e finanziò quindi il partito bolscevico per la sua propaganda e per l’attività rivoluzionaria, investendo ben undici milioni di marchi tra il mese di febbraio e quello di novembre del 1917, allo scopo di incrementare il disordine politico in Russia, soffiando sul caos e sul disfattismo rivoluzionario di Lenin.
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Al suo arrivo Lenin viene accolto dal Presidente del Soviet, Nikolaj Chkeidze con le seguenti parole :
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"Bentornato, compagno Lenin. Il compito principale oggi è la difesa della rivoluzione. E questo obiettivo richiede non la divisione, ma la capacità di serrare i ranghi. Speriamo che condividerete questo obiettivo con noi”.
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Lenin aveva però altri progetti, e convinse i dirigenti bolscevichi a prendere le distanze dal nuovo Governo e a puntare direttamente ad un unico obiettivo : la presa del potere.
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La cauta collaborazione dei bolscevichi con il Governo
provvisorio subì un vero e proprio terremoto politico e ideologico,
attraverso cui Lenin, ancora in minoranza numerica e tacciato di
collaborazionismo con la Germania, impose una immediata svolta, da attuare con
la forza e l’uso della violenza.
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Lenin insinuò i suoi seguaci nei punti chiavi
dell’apparato politico e militare russo, facendo entrare quattro esponenti
bolscevichi (membri dei soviet) nei punti di maggior potere.
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In primavera Aleksandr Fedorovic Kerenskij, membro del Governo provvisorio Moscovita divenne Ministro della Guerra e iniziò subito un’opera di indottrinamento dell’esercito in chiave anti –bolscevica.
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Il Congresso dei Soviet, a metà del mese di giugno, annunciò pubblicamente per bocca di Lenin di voler governare il Paese da solo, senza collaborare con gli altri partiti, definiti “borghesi”.
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La prima esibizione di forza del partito bolscevico si ebbe in occasione di una manifestazione di piazza, a Mosca, in cui centinaia di migliaia di dimostranti, tra cui l’intera guarnigione della vicina fortezza di Kronstadt, manifestarono per richiedere lo scioglimento della Duma, e chiedendo l’elezione di un’Assemblea costituente.
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Le forze bolsceviche attaccarono Kronstadt, arrestando gli
insorti e passandoli per le armi, bollando la rivolta come “borghese”.
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Preoccupato di questa escalation il Ministro Kerenskij
cercò quindi di arginare il pericolo di presa del potere da parte dei
bolscevichi, accogliendo da un lato alcune loro richieste e arrestandone i capi
dall’altro, con l’accusa di connivenza con il nemico.
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Kerenskij dovette affrontare anche un tentativo di colpo
di Stato, in settembre, organizzato dal generale cosacco Kornilov, il
Comandante in capo dell’esercito, che tentò di occupare Pietrogrado per
restaurare il regime zarista con una controrivoluzione.
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Inizialmente favorevole, Kerenskij cambiò poi idea, nel
timore di essere sopraffatto dalla controrivoluzione stessa e ordinò l’arresto
del generale già in marcia verso Mosca, chiedendo aiuto ai Soviet e ai
bolscevichi della capitale per organizzarne la difesa.
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Tutto ciò fece perdere a Kerenskij l’appoggio degli
ufficiali dell’esercito e rafforzò la popolarità (e la possibilità di manovra)
delle oltre 40 mila guardie rosse bolsceviche.
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Su proposta di Trotzkij venne deciso che ciò sarebbe
avvenuto in occasione del Secondo Congresso generale dei soviet, in programma
per il 7 novembre.
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La notte del 6 le guardie rosse impazzarono per le strade
della capitale, occupando militarmente i punti chiave e prendendo d’assalto il
Palazzo d’Inverno.
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Ministri del Governo provvisorio furono tutti arrestati, ad eccezione di Kerenskij che riuscì a fuggire.
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L’Assemblea costituente, eletta poche settimane prima, in
cui i bolscevichi erano in netta minoranza, fu sostituita dal Congresso dei
soviet, e il Governo fu affidato ad un Consiglio dei commissari del popolo,
comandato da Lenin.
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Un vero e proprio colpo di stato militare, quindi, contro
i veri fautori della rivoluzione.
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Quella di Lenin NON è stata una rivoluzione, come i comunisti hanno sempre tentato di farci credere, ma un vero e proprio colpo di stato condotto da una minoranza armata e feroce, che si sostituì ai veri rivoluzionari che avevano cacciato lo zar.
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La violenza con cui Lenin scatenò la sua pseudo-rivoluzione per consolidare il potere dilagò in tutta la Russia, schiacciando qualsiasi opposizione e resistenza.
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L'opposizione a Lenin si radicalizzò in Ucraina, nell'area del Don e del Caucaso, alimentando una guerra civile e sanguinosa che si protrasse fino al 1920.
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Questa cronologia, seppur stringata e concisa, ci fa capire la reale portata dei fatti, così come sono accaduti, senza gli orpelli e le mistificazioni che la disinformazione comunista ha invece proposto.
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Oggi i comunisti celebrano la rivoluzione russa dell’ottobre 1917 (che in realtà è accaduta in novembre) come l’unica rivoluzione a cui fare riferimento, ma in realtà la Storia afferma che non è così.
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L’instaurazione del comunismo e del marxismo è stata possibile solo con il ricorso ad un colpo di Stato, operato da una minoranza (quella bolscevica) che ha imposto con la violenza i suoi dictat.
..
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La brutalizzazione della società attraverso la strategia del terrore, diffuso a tutti i livelli nell’intera popolazione russa dallo stesso Lenin, è stata prodromica ad una serie infinita di delitti, di stragi, di genocidi, di deportazioni, di efferatezze, di vigliaccherie, e di soprusi, continuati poi dal suo successore, il famigerato criminale comunista Josiph Stalin.
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Quella di Lenin NON è stata una rivoluzione, come i comunisti hanno sempre tentato di farci credere, ma un vero e proprio colpo di stato condotto da una minoranza armata e feroce, che si sostituì ai veri rivoluzionari che avevano cacciato lo zar.
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La violenza con cui Lenin scatenò la sua pseudo-rivoluzione per consolidare il potere dilagò in tutta la Russia, schiacciando qualsiasi opposizione e resistenza.
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L'opposizione a Lenin si radicalizzò in Ucraina, nell'area del Don e del Caucaso, alimentando una guerra civile e sanguinosa che si protrasse fino al 1920.
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Questa cronologia, seppur stringata e concisa, ci fa capire la reale portata dei fatti, così come sono accaduti, senza gli orpelli e le mistificazioni che la disinformazione comunista ha invece proposto.
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Oggi i comunisti celebrano la rivoluzione russa dell’ottobre 1917 (che in realtà è accaduta in novembre) come l’unica rivoluzione a cui fare riferimento, ma in realtà la Storia afferma che non è così.
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L’instaurazione del comunismo e del marxismo è stata possibile solo con il ricorso ad un colpo di Stato, operato da una minoranza (quella bolscevica) che ha imposto con la violenza i suoi dictat.
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La brutalizzazione della società attraverso la strategia del terrore, diffuso a tutti i livelli nell’intera popolazione russa dallo stesso Lenin, è stata prodromica ad una serie infinita di delitti, di stragi, di genocidi, di deportazioni, di efferatezze, di vigliaccherie, e di soprusi, continuati poi dal suo successore, il famigerato criminale comunista Josiph Stalin.
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Questa strada delittuosa è stata percorsa da ogni singolo dittatore comunista, come Mao, Enver Hoxa, Ceausescu, Fidel Castro, Pol Pot, solo per citare alcuni, in una lunga scia di sangue e di disperazione come solo il comunismo può fare.
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E’ questo che commemorano le sinistre oggi !
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I seguaci di Togliatti, gli adoratori della falce e martello, gli invasati sostenitori del comunismo e delle bandiere rosse, che si beano intonando le note di “bella ciao” sono in realtà dei farabutti che volutamente ignorano il tributo di sangue richiesto dal comunismo a milioni di vittime innocenti.
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Il comunismo è sinonimo di sangue, di gulag, di deportazione su base etnica, sociale, religiosa, politica, e razziale, di tortura, di sadismo, di ferocia …
Questa strada delittuosa è stata percorsa da ogni singolo dittatore comunista, come Mao, Enver Hoxa, Ceausescu, Fidel Castro, Pol Pot, solo per citare alcuni, in una lunga scia di sangue e di disperazione come solo il comunismo può fare.
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E’ questo che commemorano le sinistre oggi !
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I seguaci di Togliatti, gli adoratori della falce e martello, gli invasati sostenitori del comunismo e delle bandiere rosse, che si beano intonando le note di “bella ciao” sono in realtà dei farabutti che volutamente ignorano il tributo di sangue richiesto dal comunismo a milioni di vittime innocenti.
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Il comunismo è sinonimo di sangue, di gulag, di deportazione su base etnica, sociale, religiosa, politica, e razziale, di tortura, di sadismo, di ferocia …
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Ancora oggi le popolazioni di Paesi come la Cina, la Corea del Nord, Cuba, il Laos, e il Vietnam, sono soggiogate dal comunismo, che nega loro qualsiasi libertà, a partire da quella di espressione.
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La truffa comunista si ripete, ciclicamente, aprendosi la strada con l’inganno e la disinformazione, proponendosi come baluardo di libertà.
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Esattamente il contrario …una vera e propria bufala ideologica …
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Solamente gli sprovveduti e i coglioni possono ancora crederci …
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Dissenso
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Ancora oggi le popolazioni di Paesi come la Cina, la Corea del Nord, Cuba, il Laos, e il Vietnam, sono soggiogate dal comunismo, che nega loro qualsiasi libertà, a partire da quella di espressione.
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La truffa comunista si ripete, ciclicamente, aprendosi la strada con l’inganno e la disinformazione, proponendosi come baluardo di libertà.
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Esattamente il contrario …una vera e propria bufala ideologica …
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Solamente gli sprovveduti e i coglioni possono ancora crederci …
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Dissenso
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