Il
colonnello Stepan Nikolaievic Garanin
era il Vice Direttore dei Campi di Lavoro correzionali del Dalstroj,
creati da NKVD nel territorio della Kolyma, e godeva di una potente posizione
di potere che gli garantiva una totale indipendenza operativa e decisionale
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Garanin nella foto segnaletica del suo arresto nel 1938 |
Al comando dell’intero complesso del cosiddetto Sevvostlag, (campi di lavoro correttivi nord orientali)
c’era il Direttore Karp Aleksandrovic Pavlov, che sostituì nel 1937 Eduard
Berzin, arrestato dal regime.
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La “bestia nera” dei campi della morte della Kolyma
si rivelò essere il colonnello Garanin che però non fu sicuramente non fu
ostacolato da Pavlov nel creare questo nuovo centro di tortura e di sterminio
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La mano d’opera gratuita dei deportati, considerati
schiavi del regime comunista, fu sfruttata per costruire strade (come ad
esempio la Kolyma Road), che servivano al collegamento con le miniere d’oro e al
lavoro nei cantieri di estrazione del prezioso materiale.
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Karp Pavlov |
Garanin impose delle rigide quote di estrazione
giornaliere per i prigionieri, il cui mancato raggiungimento veniva punito con
la fucilazione immediata.
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La ferocia di Garanin dimostrò il suo palese
sadismo, che si concretizzava con la tortura in un clima di terrore diffuso in
tutti i campi sotto la sua direzione.
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Spesso passava in rassegna i detenuti, schierati in
file per essere sottoposti alla ispezione, e non di rado Garanin estraeva la
sua pistola di ordinanza e al grido di “maledetti nemici del popolo!” scaricava
il caricatore sui malcapitati di fronte a lui.
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Uno
dei racconti che confermano la sua fama di sadico assassino è quello secondo
cui dopo la fine della guerra civile spagnola nel 1938, uno squadrone di piloti
fu deportato nei campi della Kolyma come punizione per essere stato sconfitto
in battaglia dai fascisti.
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Secondo il regime comunista sovietico l a sconfitta era “ovviamente” dovuta al sabotaggio da parte dell'esercito e dell'aeronautica e non alla debolezza di Stalin come stratega militare.
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Secondo il regime comunista sovietico l a sconfitta era “ovviamente” dovuta al sabotaggio da parte dell'esercito e dell'aeronautica e non alla debolezza di Stalin come stratega militare.
Quando
il colonnello Garanin venne a sapere del loro arrivo nel lager, uscì dal suo
ufficio a grandi passi e sparò a ognuno di loro con la sua pistola.
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Si narra che vicino alle celle di isolamento del
lager di Serpentinka ci fosse uno strapiombo e che alcuni trattori venissero
tenuti con i motori accesi al massimo dei giri per soffocare il rumore degli
spari e le grida delle persone uccise a revolverate.
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Nel 1938 furono uccisi 26 mila prigionieri, di cui
centinaia per mano dello stesso Garanin.
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Resti di un gulag siberiano |
L’enorme numero di vittime della sua inaudita
violenza, quantificabile in parecchie migliaia di uccisioni, convinse le autorità
governative ad arrestarlo nel settembre 1938, ma per soffocare lo scandalo che
avrebbe offuscato il prestigio dell’NKVD (la polizia segreta di cui faceva
parte e che era deputata alla gestione dei campi di lavoro) fu diffusa la notizia che Garanin fosse un
agente giapponese.
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Garanin fu condannato e inviato nei campi di
Ozerlag, nella Siberia centrale, dove fu poi fucilato, nel 1950.
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Nonostante tutti i suoi crimini fu poi paradossalmente riabilitato postumo nel 1959, come vittima di crimini politici.
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Dissenso
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Dissenso
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Il silenzio copre tutto e lascia spazio solo alle menzogne di Stalin e di Putin.
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