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Pablo Picasso e Renato Guttuso, entrambi pittori ed
entrambi comunisti, appartenenti quindi all’universo dei disinformatori
militanti tra i seguaci di Stalin e di Togliatti, sono un tipico esempio di
come i Partiti comunisti europei “usassero” qualsiasi forma di trasmissione
culturale (o pseudo tale) per modificare a proprio piacimento le realtà e le
verità oggettive, trasformandole in un panegirico dai toni compiacenti ai
dictat di Mosca.
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Picasso : colomba della Pace |
I due esponenti dell’arte (neorealista Guttuso e cubista
Picasso) vennero fagocitati dalla macchina disinformatrice comunista, ed
elevati a manipolatori delle coscienze attraverso il messaggio artistico.
Nel gennaio 1949 il PCF (Partito comunista francese)
chiese a Picasso di realizzare un disegno destinato a diventare il simbolo del
“movimento per la Pace”.
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Picasso vergò la sagoma di una colomba con un rametto di
ulivo nel becco, e subito l’immagine divenne simbiotica con gli eventi che la
sinistra rappresentò poi a livello
planetario.
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Picasso : Ritratto di Stalin |
Il compito di Picasso e di Guttuso, come fautori di quella
“Lotta per la Pace” che oggi sappiamo essere stato un movimento creato e voluto
da Mosca per contrastare l’Americanismo, era quello di presentare le loro opere
esaltando contenuti dal sapore antimperialista, in perfetta simbiosi con i
desideri del criminale georgiano Iosif Stalin.
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In quegli anni si conoscevano già le nefandezze e le
deportazioni compiute dal dittatore sovietico, ma questo non impedì a Picasso
di dipingere un ritratto proprio per lui, per commemorarne la dipartita,
dimostrando così la sua palese malafede e il disprezzo per la vita umana.
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Tale ritratto, che apparve sul settimanale culturale del PCF
“Les lettres francaise” il 12 marzo 1953, fu inizialmente contestato dal
PCI in quanto giudicato inappropriato, a causa della mancata coerenza
riscontrabile con l’iconografia classica e di riferimento, cara all’ortodossia
comunista.
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Il culto della personalità di Stalin e il clima quasi
religioso che ne circondava il mito ne furono sconvolti, ma poi il tempo sfumò
le polemiche riconducendo Picasso e il suo neorealismo verso un apprezzamento
generale nell’ambito del PCI.
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Picasso mentre ammira l'immagine di Stalin |
La “consacrazione” di Picasso da parte del PCI avvenne in
occasione della Mostra retrospettiva di
Roma il 5 maggio 1953 in cui espose opere come “La pace e la guerra”, “Massacro in Corea”, e “Il carnaio”.
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Questa triplice evidenziazione del tragico tema della
guerra sarebbe di per sé lodevole, se non fosse per il fatto che interpreta
esattamente il percorso della cosiddetta “lotta per la Pace” subdolamente
voluto e iniziato da Stalin e riproposto dai Partiti comunisti europei.
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Pablo Picasso |
Il vero fine cui tende l’intellighenzia comunista,
con i suoi disinformatori, con gli intellettuali a senso unico, con le sue
manipolazioni, attraverso i “partigiani per la pace”, è quello di indirizzare
le masse verso sentimenti di antiamericanismo e di antimperialismo.
Non a caso la manifestazione artistica di Picasso, che si
tenne a Roma nei locali della Galleria d’Arte Moderna, ospitò i maggiori
rappresentanti della cultura nazionale,
divisi fra comunisti e democristiani.
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Nel
Comitato Esecutivo dell’Organizzazione di tale evento figurava anche il pittore
Renato Guttuso, compagno comunista e manipolatore culturale, che non mancò poi
di celebrare Picasso affermando :
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“La
mostra di Picasso a Roma è un successo della cultura italiana”.
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Renato Guttuso |
Nel 1937 Picasso già comunista realizzò anche l'opera "Guernica",
rifacendosi, guarda caso, al bombardamento della cittadina omonima in Spagna.
Mai nella sua vita però l’artista andaluso si è
impietosito per la sorte di milioni di famiglie deportate da Stalin nei gulag
staliniani, e mai ha espresso disgusto per le infami torture cui ricorreva il
comunismo per annichilire le sue vittime.
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L’altro pittore citato in apertura di articolo, è Renato
Guttuso, apertamente e visceralmente comunista, al punto che nonostante la
ferocia dimostrata da Togliatti in centinaia di occasioni, ne celebrò la morte
con un quadro di grandi dimensioni.
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“La morte di Togliatti”, così si intitola l’opera, ci
consegna un mare di bandiere rosse , tra cui si riconoscono visi famosi del
comunismo, come quello di Lenin, di Antonio Gramsci, di Luigi Longo,
di Giuseppe Di Vittorio, di Giorgio Amendola, e di Enrico Berlinguer, tutti
stretti intorno alla bara di colui che ancora oggi viene chiamato dai
nostalgici della “falce e martello” con l’appellativo di “il Migliore” .
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Il pittore siciliano, vero e proprio adoratore di
Togliatti, dà un’immagine del suo funerale come di un evento commotivo
universale, connotandolo con pugni chiusi e con una enfasi esagerata di bandiere
rosse.
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Guttuso : "La morte di Togliatti" |
Il dipinto di Guttuso rispecchia la volontà disinformativa
e mistificatrice del PCI, presentando un Togliatti quasi mistico, idolatrato e
adorato, mentre sappiamo che la realtà su questo ambiguo personaggio è molto
diversa.
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Le vittime delle Foibe e i comunisti italiani esuli in
terra di Russia, deportati nei Gulag staliniani, sono solo alcuni dei misfatti
compiuti con la complicità del criminale Togliatti, ma Guttuso pittore
comunista si è ben calato nella parte che lo contraddistingue, nascondendo
accuratamente la verità.
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Questi due pittori, Picasso e Guttuso, sono un tipico esempio
di come gli intellettuali comunisti siano riusciti in decenni di manipolazioni
a diversificare i meccanismi di indottrinamento e di falsificazione della
realtà, inquinando la società ad ogni livello, ma soprattutto culturalmente.
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Picasso : "Guernica" |
Personalmente considero questi due personaggi non come
esponenti di spicco dell’arte contemporanea da ammirare per il loro talento, ma
solo dei “passacarte” del pennello, che dipingono a comando ciò che gli viene
chiesto di rappresentare, soddisfacendo le aspettative dei vari Partiti comunisti
con i loro imbrattamenti.
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Un’arte a comando, soggiogata da enfasi comuniste, NON può
essere considerata arte, poiché le espressioni artistiche sono sinonimo di
poesia, sentimento, grazia, eleganza, libertà, valori morali, e amore.
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Il comunismo, lo sappiamo tutti, NON è nulla di tutto
ciò ...
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Dissenso
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