mercoledì 20 giugno 2018

Comunismo cinese e dissidenza : CHEN GUANGCHEN


(Ynan, Linyi, Cina, 12 novembre 1971)
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Chen Guangcheng è un attivista per i diritti umani della Repubblica popolare cinese, non vedente a causa di una malattia congenita, che si è battuto a lungo per attirare l’attenzione internazionale sulle sue battaglie, in primis quella per denunciare la violenza dello Stato quando costringeva le donne che violavano la Legge del figlio unico ad abortire forzatamente, in ottemperanza alla aberrante politica stabilita da Pechino di pianificazione familiare.
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Il partito comunista cinese imponeva brutalmente l’aborto forzato e la sterilizzazione a tutte le donne che avevano già avuto un primo figlio.
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Per le sue battaglie Chen è stato posto agli arresti domiciliari dal settembre del 2005 al marzo del 2006.
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Nuovamente arrestato nel giugno 2006 ha subìto un processo, durante il quale è stato proibito ai suoi legali di accedere all’aula di Giustizia, per cui è stato condannato a 4 anni e 3 mesi di arresti domiciliari per “danneggiamento di proprietà e organizzazione di una folla per disturbare il traffico”.
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Nel 2011 Chen e sua moglie Yuan Weijing sono stati picchiati dalla polizia nella loro casa, nella provincia di Shandong.
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La coppia di dissidenti è stata severamente punita, con le percosse, per aver tentato di diffondere un video da cui risultavano gli abusi e le varie restrizioni contro di loro, come ad esempio gli arresti domiciliari.
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Chen Guangfu, fratello dell’attivista, ha dichiarato :
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Ci minacciano e perseguitano sin dal 18 aprile scorso.
Degli ‘sconosciuti’ vicini al governo hanno impiccato galline e anatre morte nel nostro cortile, e hanno attaccato manifesti diffamatori e minacciosi contro noi e contro Chen.
La notte del 21 aprile ci hanno lanciato delle pietre, sfasciando le finestre.
Il 22 aprile nostra madre è uscita per andare al mercato e ha visto che per strada avevano distribuito dei volantini contro di noi.
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La sua detenzione domiciliare è stata protratta ben oltre i 4 anni e 3 mesi previsti dalla condanna del Tribunale, nonostante non ci fossero le basi legali per poterlo fare, così come per le molestie, le persecuzioni, e la sorveglianza continua, estesa anche ai parenti e agli amici.
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In totale Chan è stato privato della libertà per un periodo di sette anni, fra detenzione e arresti domiciliari.
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Chen ha dichiarato :
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Quando sono uscito di prigione, mi hanno confinato in casa 24 ore al giorno, non potevo uscire né parlare con nessuno.
Contro ogni legge, il partito comunista ha assoldato 70-80 persone per entrare in casa mia senza preavviso e derubarmi di tutto e picchiare me e i miei cari.
Sono stati due i momenti più duri.
Il primo, quando alcuni uomini hanno fatto irruzione e hanno picchiato mia moglie dopo averle coperto il volto.
Il secondo, quando hanno impedito anche a mia madre anziana di uscire di casa.
Una volta l’hanno spinta per terra, facendole sbattere la testa contro la porta.
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Nel 2012, approfittando dell’arrivo a Pechino di Hilary Clinton, l’allora Segretario di Stato USA, Chen è scappato dal suo isolamento e ha raggiunto l’ambasciata americana di Pechino, in cui si è rifugiato insieme a sua moglie Yuan Weijing.
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La fuga è stata rocambolesca, considerando che Chen è un non vedente.
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Ha scavalcato 5 muri, resistendo al dolore per la frattura al piede destro nella caduta dopo il quinto salto, e ha percorso 640 km in 17 ore col piede rotto per raggiungere Pechino e l’ambasciata americana.
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Il Dalai Lama
Dopo lunghe trattative Chen ha ottenuto il visto di studio e il governo cinese ha autorizzato la sua partenza per gli Stati Uniti.
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Dopo la partenza di Chen il partito comunista ha continuato a infierire contro la sua famiglia, anche a distanza di un anno, incarcerando il nipote Chen Kegui e tenendo sotto pressione i familiari.
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Kegui è stato condannato a 39 mesi di carcere per aver minacciato,  durante la fuga dello zio, secondo l’accusa, un funzionario del partito comunista, mentre in realtà il giovane si stava difendendo da uno sconosciuto che non si era identificato.
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Inoltre alcune persone “anonime” hanno gettato sassi e animali morti contro le finestre dell’abitazione, a scopo palesemente intimidatorio, e hanno diffuso manifesti nei quali i due fratelli sono chiamati “traditori del popolo han”.
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Nel 2015 il regime comunista cinese ha deciso di rivedere e di riformare la politica del “figlio unico obbligatorio”, concedendo alle famiglie di avere un secondo bambino.
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Chen, il “Sakharov cieco” cinese,  che nella sua autobiografia si definisce “l’avvocato scalzo”, è stato quindi salutato dalle masse popolari come il vincitore della storica battaglia contro l’aborto obbligatorio dopo il primo figlio.
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Chen intentò la sua prima causa legale contro lo Stato nel 1969, dopo aver scoperto che le famiglie con disabili potevano godere per Legge di sgravi fiscali che in realtà non venivano mai applicati.
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Le sue cognizioni legali, da autodidatta, non essendo laureato in Legge, gli consentirono di vincere questa battaglia per la sua famiglia, che fu infatti autorizzata alle esenzioni fiscali.
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In seguito Chen iniziò analoghe azioni legali in favore di altri non vedenti, iniziando a difendere i portatori di handicap.
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Proseguì le sue battaglie, intentando cause contro i boss locali che spadroneggiavano a danno dei contadini, difendendo i più poveri.
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Oggi Chen, che vive negli Stati Uniti, è libero di esprimere il suo dissenso.
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Ha studiato legge alla New Tork University e ha insegnato alla Catholic University di Washingon, ed ha pubblicato un memoriale della sua vita in Cina.
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Recentemente ha affermato :
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Il Partito comunista cinese non ha mai smesso di reprimere il popolo cinese, ma ora il popolo cinese sta combattendo.
E’ in atto un risveglio delle coscienze  nella popolazione cinese che spaventa e preoccupa sempre di più il Partito comunista cinese.
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Riferendosi al Presidente americano DonaldTrump, Chen afferma che è troppo presto per formulare giudizi su come la sua Amministrazione gestirà i rapporti con la Cina, ma spera comunque che spingerà il Governo di Pechino a migliorare i diritti umani del popolo cinese.
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Ha affermato inoltre :
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Per molti anni gli Stati Uniti hanno operato una politica di pacificazione nei confronti della Cina, ma quando si tratta di dittature autoritarie, gli Stati Uniti devono alzarsi in piedi e dire no.
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Dissenso
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