giovedì 14 giugno 2018

CRIMINALE COMUNISTA : Kliment Efremovic VOROSILOV


(Verchnee (Ucraina), 4 febbraio 1881  -  Mosca, 2 dicembre 1969)
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Kliment Vorosilov
Questo personaggio, pressochè sconosciuto ai più nella civile Europa, è uno dei più efferati criminali sovietici nella Storia del comunismo, ma l’indifferenza delle masse occidentali, complice la disinformazione delle sinistre, lo ha ignorato al punto che mentre tutti conoscono la storia di Anna Frank (potenza della macchina propagandista comunista), quasi tutti non sanno nemmeno chi Vorosilov sia e che cosa abbia fatto.
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La Storia ci dice che Kliment Efremovic Vorosilov è stato un generale e un politico dell’Unione Sovietica, per la quale ha ricoperto diversi incarichi, come quello di Commissario del Popolo per la Difesa Militare (Ministro della Difesa) (1925-1940), e quello di Presidente del Presidium del Soviet supremo (1953-1960).
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Svolse un ruolo da protagonista  durante il periodo delle “Grandi purghe” degli anni trenta volute da Stalin, denunciando per tradimento molti dei sui colleghi militari e subordinati, al fine di compiacere il dittatore del Cremlino.
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Insieme a Stalin e ad Ezov, offrì a Zinoviev e a Kamenev (arrestati per volere del dittatore comunista a causa della loro opposizione politica) la garanzia che le loro vite e quelle dei loro familiari sarebbero state risparmiate in cambio di una “confessione”.
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Dopo averla ottenuta però, Stalin e Vorosilov ruppero la promessa fatta, condannando a morte gli imputati e arrestando le loro famiglie e i loro parenti.
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Il motivo principale delle purghe volute da Stalin era quello di liquidare il Partito bolscevico e di spazzare via l’intera generazione di vecchi-bolscevichi allo scopo di consolidare il dominio della burocrazia.
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Stalin e Vorosilov nel 1935
Chiunque fosse in grado di ricordare le vecchie tradizioni democratiche e internazionaliste del leninismo era visto come un pericolo.
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Come ogni comune criminale Stalin comprese la necessità di eliminare tutti i testimoni, cosa che fece con l’aiuto di Vorosilov e di Ezov.
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Anche Bucharin cadde sotto la mannaia delle “purghe”, accusato di appartenere al “blocco” antisovietico e trotskista, come Zinoviev e kamenev (in tutto 21 imputati).
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Fra tuti gli arrestati, solo la moglie di Bucharin fu lasciata in vita, e deportata in un campo di lavoro.
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Vorosilov partecipò al piano di approvvigionamento del grano in Ucraina (requisito da Stalin per essere venduto all’estero in cambio di materie prime per l’industria), alla campagna di collettivizzazione delle campagne, e alla conseguente dekulakizzazione (la deportazione e lo sterminio dei cosiddetti contadini “ricchi”. Per essere considerati tali era sufficiente possedere un trattore o una mucca).
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Esistono rapporti firmati da Vorosilov in cui nel 1933 afferma di aver colpito le fattorie collettive colpevoli, secondo lui, di non aver conseguito le quote di produzione agricola richieste, e per questo motivo sottoposte a repressione.
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I contadini “responsabili” del misfatto vennero puniti con l’esclusione dalle liste di approvvigionamento, con il sequestro dei mezzi agricoli, con l’eliminazione fisica o la deportazione.
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Tutto ciò fu prodromico alla più grande catastrofe alimentare della Storia,  causando una carestia che produsse milioni e milioni di vittime innocenti, commemorata ancora oggi in Ucraina con il nome “holodomor” (dall’ucraino moryty holodo, ossia infliggere la morte attraverso la fame) il quarto sabato di novembre.
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Negli anni 1939-1940 Vorosilov collezionò una serie di insuccessi militari, soprattutto nella guerra russo-finlandese, per i quali fu sostituito dal generale Semen Timosenko, e trasferito ad occuparsi del settore culturale.
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Scrisse parecchie lettere a ex ufficiali e diplomatici sovietici in esilio, pregando loro di tornare volontariamente in Unione Sovietica rassicurandoli falsamente del fatto che non sarebbero stati arrestati.
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Al momento del loro rientro in Russia Vorošilov firmò personalmente 185 liste di condannati a morte, segnando il loro destino.
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Vorosilov, insieme a Stalin, a Molotov, a Mikojan, e a Berja fu tra coloro che firmarono l’ordine di esecuzione di circa 22 mila prigionieri polacchi detenuti nei campi e nelle prigioni dei territori occupati in Ucraina e Bielorussia.
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Le mogli e i figli degli ufficiali polacchi uccisi furono invece deportati con carri bestiame ferroviari fino ai gulag della Siberia, in un lungo viaggio di otto settimane, in condizioni disumane.
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I 4.500 prigionieri polacchi provenienti dal campo di Kozel’sk furono massacrati e sepolti in una fossa comune nella contea di Smolenk, nella foresta di Katyn, prescelta per le uccisioni di massa.
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Katyn, ritrovamento di una delle fosse comuni
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Questo eccidio fu compiuto usando pistole e munizioni di marca tedesca, perché lo sterminio fosse attribuito alla Germania, in caso di rìitrovamento delle migliaia di corpi delle fosse comuni, come infatti effettivamente avvenne.
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Solo nel 1989 gli studiosi sovietici rivelarono che  Stalin in persona aveva ordinato il massacro, confermando che la NKVD aveva giustiziato i prigionieri.
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Durante la Presidenza di Bori Eltsin, nel 1992, furono rilasciati agli studiosi i documenti di archivio da cui emerse chiaramente la proposta di Lavrentij Berija  di passare per le armi 25.700 polacchi ed una nota di Aleksandr Selepin a Nikita Chruscev del 1959 con l’nformazione sull’esecuzione di 21.857 polacchi (con la proposta di distruggere tali documenti).
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I 4000 sventurati provenienti da Starobel’sk furono uccisi nella prigione della NKVD di Char’kov e sepolti nei pressi di Pjatichatki.
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I 6.000 militari provenienti dal campo di Ostakov furono assassinati brutalmente nella prigione della NKVD di Kalinin e sepolti a Mednoe.
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Per completare il macabro eccidio dei militari polacchi furono massacrati i 7.000 prigionieri provenienti da da Ucraina e Bielorussia occidentale.

Paradossalmente nel 2016 a Mosca, a due passi dal Cremlino, nel pieno centro della capitale  russa, è stato inaugurato un ristorante chiamato NKVD (la sigla del Commissariato per gli affari interni, ovvero la famigerata polizia politica segreta di Stalin).
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Sulla home page del sito del ristorante troneggia un quadro che raffigura Stalin e Vorosilov, sullo sfondo del Cremlino.
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Il quadro presente nella home page del ristorante NKVD a Mosca, raffigurante Stalin con Vorosilov
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Le cameriere indossano l’uniforme degli agenti del servizio segreto del 1930, mentre il menù raffigura il ritratto del dittatore comunista.
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Questa assoluta mancanza di rispetto per le tantissime vittime della ferocia comunista, sancisce una sorta di continuità ideale tra il vecchio regime e quello attuale, capitanato da Putin, l’ex colonnello del KGB (il servizio segreto nato dalle ceneri della NKVD)
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L'ingresso del ristorante NKVD : un vero oltraggio ai milioni di vittime
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La figura di Vorosilov, passerà alla storia come quella di un elemento criminale, complice delle carneficine di Stalin, poiché è proprio per mezzo di personaggi come lui che il dittatore comunista sovietico li ha potuti compiere impunemente.
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Oggi però, se chiedete a 100 italiani chi fosse Vorosilov, forse solamente un paio di loro vi sapranno rispondere, e questo grazie al PD, alle sinistre, ai comunisti o ai nostalgici di Togliatti e della falce e martello, che hanno accuratamente steso un velo di oblio su tutto ciò.
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La colpevolezza delle sinistre e dei personaggi come quelli che hanno recentemente governato l’Italia è evidente e palese, e il loro modus operandi si può configurare come coscientemente criminale, in malafede, e improntato al disprezzo per la vita umana.
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Personaggi come la ex Presidente della Camera Boldrini, che fino a poco tempo fa si ergeva a paladina di libertà e di giustizia, cantando commossa “bella ciao”, ometteva consapevolmente e con grande ipocrisia di accennare minimamente ai crimini comunisti e ai genocidi che causarono milioni di morti ammazzati dai suoi stessi idoli di riferimento.
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Le persone oggi stanno iniziando, grazie anche a internet e ad una più facile e libera possibilità di comunicazione, a intravedere realtà diverse da quelle propinate fin’ora dai disinformatori professionisti della sinistra.
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La Storia condannerà questi ignobili personaggi, questi cani rabbiosi, schiacciandoli come serpenti velenosi sotto il peso di una responsabilità  che li ha resi colpevolmente complici.
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Dissenso
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