(Tollegno
(Biella), 16 febbraio 1920 - Grugliasco (Torino), 18 giugno 1971)
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E’ stato un partigiano comunista assassino, a capo delle
formazioni garibaldine comuniste nel biellese nel periodo della cosiddetta
“resistenza”, nonché un politico italiano.
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Il PCI lo inviò a comandare il distaccamento “Pisacane”
delle Brigate Garibaldi, dove assunse lo pseudonimo di “Gemisto”.
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Comandò anche la 50° Brigata Garibaldi e la XIIa Divisione Pietro Pajetta, entrambe comuniste, oltre che la 182a Brigata Garibaldi "Pietro Camana" di Vercelli.
Comandò anche la 50° Brigata Garibaldi e la XIIa Divisione Pietro Pajetta, entrambe comuniste, oltre che la 182a Brigata Garibaldi "Pietro Camana" di Vercelli.
Dopo aver ucciso decine di militi della Repubblica Sociale Italiana, nonostante il fatto che questi si fossero arresi deponendo le armi, i partigiani comunisti prelevarono 140 prigionieri, precedentemente agli ordini del comandante fascista Morsero, e li trasferirono all'interno dell'Ospedale psichiatrico di Vercelli.
In quel luogo iniziò una feroce mattanza, nella quale i prigionieri vennero massacrati in modo orribile, al punto che le pareti dei locali dove avvenne l'eccidio erano lorde del sangue delle vittime fino ad altezza d'uomo.
Alcune di loro furono schiacciate da un autocarro, nel cortile dell'ospedale, mentre altri vennero fucilati, palesando la lucida barbarie dei partigiani comunisti di Moranino.
I sopravvissuti a quel delirio di sangue vennero caricati su un paio di autocarri e trasportati fino al ponte di Greggio, che sovrastava il canale Cavour, dove vennero uccisi.
I loro corpi senza vita furono gettati nelle acque del canale, palesando un totale disprezzo per la vita e per i diritti umani, così come era abituale consuetudine delle orde comuniste.
Nei giorni successivi, i condotti di irrigazione alimentati dal canale Cavour restituirono i corpi di ben sessanta vittime.
Questo non fu però l'unico eccidio ascrivibile alla ferocia di Moranino e dei suoi partigiani garibaldini.
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Il 26 novembre del 1944, a Portula, in val Sessera, nei boschi dell’alto biellese,
l’esponente comunista e capo partigiano si macchiò di una strage efferata ed
infame, organizzando una imboscata insieme ai suoi “garibaldini” e massacrando
7 persone.
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Si trattò di due genovesi, agenti dei servizi segreti
americani in missione, e tre partigiani vercellesi che li accompagnavano.
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Gli esecutori materiali del brutale eccidio furono i partigiani comunisti assassini "Negher" e "Ilvo", che dopo aver sparato le raffiche di mitra contro le loro vittime, si affannarono a spogliarle di ogni cosa di valore, frugando i loro corpi senza vita.
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"Negher", lo stereotipo del vigliacco partigiano comunista, si impossessò avido come uno sciacallo dell'orologio da polso e di quattrocentomila lire, vantandosene poi con i suoi compagni di brigata.
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Dopo la mattanza ordinata e diretta da Moranino, i “valorosi partigiani comunisti” assassinarono brutalmente anche due delle mogli dei vercellesi.
Dopo la mattanza ordinata e diretta da Moranino, i “valorosi partigiani comunisti” assassinarono brutalmente anche due delle mogli dei vercellesi.
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I due partigiani chiamati "Volante" alias Santi Ermo e "Sguaita" alias Sguaitamatti Remo le prelevarono da casa loro con la scusa di accompagnarle da Moranino e le portarono invece in località Flecchia, una frazione di montagna del biellese, dove le trucidarono ferocemente, infierendo sui cadaveri.
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Ogni partecipante all'eccidio fu premiato da Moranino in persona, che diede loro come compenso la somma di trecento lire ciascuno.
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Dopo la guerra, nel 1947 Moranino a soli 26 anni di età fu
eletto nelle file del Partito Comunista come Parlamentare e divenne
sottosegretario al Ministero della guerra nel governo de Gasperi
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Nel 1949 i giudici chiesero l’arresto di “Gemisto” che
però scappò, salvo poi ritornare una volta rieletto in Parlamento nel 1953.
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Nuovo mandato di cattura e nuova fuga dell’eroico
partigiano comunista pluri- assassino.
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Nel 1955 Moranino venne rinviato a giudizio per omicidio
plurimo, e il Parlamento concesse l’autorizzazione a procedere per il
procedimento penale a seguito del quale Moranino fu condannato all’ergastolo
dalla Corte di Assise di Firenze per l’uccisione di cinque partigiani bianchi e
di due delle loro mogli.
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Nel processo d’Appello del 1957 venne confermata la condanna,
ma il comunista stragista non fece nemmeno un giorno di galera poiché il PCI lo
aiutò a scappare dall’Italia, facendolo rifugiare a Praga , roccaforte
comunista.
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L’organizzazione comunista “Soccorso rosso” (a cui
appartenevano anche Dario Fo e Franca Rame) si occupò di non fargli mancare il
sostegno economico e qualsiasi altro supporto materiale.
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Nel 1958 il Presidente Gronchi commutò la sua pena
dall’ergastolo a dieci anni di reclusione.
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Nel 1965 il successore di Gronchi, Giuseppe Saragat gli
concesse la grazia, nonostante il parere negativo del procuratore generale di
Firenze, chiamato ad esprimere un giudizio, e nonostante il fatto che Moranino,
a quel momento, fosse latitante oltre la Cortina di ferro.
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Lo scudo che la resistenza rossa (fradicia del sangue di
vittime innocenti) opponeva alla verità dei fatti, coprì molti delinquenti
assassini comunisti, nonostante palesassero così un concreto disprezzo verso le
vittime della ferocia partigiana.
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Al suo ritorno in Italia Moranino fu accolto a braccia
aperte dai comunisti e arrogantemente candidato nelle file del PCI, poi eletto senatore, carica che mantenne
fino all’anno della sua morte nel 1971.
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Le sue vittime furono :
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Gennaro Santucci, Mario Francesconi, Ezio Campasso,
partigiani non comunisti.
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Emanuele Strassera, Giovanni Scimone, agenti dell’Ufficio servizi
Strategici americani.
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Le due mogli dei partigiani, (Maria Santucci e Maria
Francesconi) a cui dopo la morte fu svuotata anche la casa.
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Testimoni raccontano che la loro radio fu usata la sera
stessa nel locale del comando comunista partigiano per ballare, mentre le due
proprietarie erano già sotto terra.
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Le mogli delle vittime furono ammazzate senza esitazioni perché
avrebbero potuto denunciare l’assassinio dei loro mariti, inoltre si cercò di far
ricadere la responsabilità della loro morte sui fascisti e sui loro rastrellamenti.
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Nella sentenza di condanna di Moranino si legge :
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”… un comportamento ispirato ad una faziosità politica,
ed ai metodi usati, rivelatori di un'assoluta mancanza di umanità che hanno
raggiunto i limiti di uno spietato cinismo”.
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Nel 1966, in un giorno di dicembre, a distanza di 22 anni dalla strage, si è tolta la vita con il gas la moglie di Emanuele Strassera, Teresa, di appena 51 anni di età, dilaniata da un dolore inestinguibile che la accompagnava da quel triste giorno del 1944.
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Moranino è stato un onorevole ergastolano, assassino
pluri-omicida, e rappresenta il simbolo dell’arroganza comunista e della sua
ferocia nei confronti delle persone e della società civile.
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Quello di Moranino, criminale comunista, è solo uno dei
tantissimi episodi similari che rientrano in un piano di disinformazione
studiato a tavolino dagli intellettuali delle sinistre per mistificare,
nascondere, occultare le tante nefandezze compiute in nome dell’arroganza e
della ferocia comunista.
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Un esempio ?
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Dario Fo si presentava come un giocoso giullare del mondo dello spettacolo, mentre in realtà era un comunista che sostenendo i responsabili di attività criminali comuniste. diventava correo delle loro atrocità e dei crimini commessi.
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Dario Fo si presentava come un giocoso giullare del mondo dello spettacolo, mentre in realtà era un comunista che sostenendo i responsabili di attività criminali comuniste. diventava correo delle loro atrocità e dei crimini commessi.
E’ stato permesso che un Capo di Stato della Repubblica
italiana graziasse un pluri omida di uomini e donne innocenti, permettendo
inoltre che questi si sedesse sugli scranni parlamentari.
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Nel frattempo si nascondevano le atrocità di Lenin e di
Stalin, che rappresentavano i punti di riferimento di questi personaggi,
confermando una strategia volta all’ottenimento di uno stato di “verginità”
socio politica per coloro che si volevano idealizzare.
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L'ambiguità e la delinquenza, il crimine e il disprezzo per i diritti umani, sono binomi
inscindibili che rappresentano esattamente lo stereotipo della sinistra.
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E Moranino ne è stato un degno esemplare.
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Dissenso
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Gran verità, il guaio che le figlie di questo delinquente hanno il coraggio di voler riscrivere la storia facendolo passare per un eroe
RispondiEliminaIn realtà ha fatto massacrare 27 persone. Me l'ha raccontato uno che era bambino a quei tempi enli aveva conosciuti personalmente, quelle povere anime.
RispondiEliminaQuesti sono i comunisti la peggiore razza
RispondiEliminae poi parlano di fascismo,ma quale quello sconfitto dal Papa polacco,quello di Pajetta,Longo e gli altri stalinisti falce e martello?
RispondiEliminaper non dimenticare la strage dell ospedale psichiatrico di vercelli,e la strage nel canale cavour
RispondiEliminaQuesta è la vera storia, che la resistenza di parte comunista non ha mai voluto ammettere, e ha sempre negato. In nome della possibile dittatura comunista sono riusciti anche uccidere partigiani bianchi o socialisti, e persone inermi e bambini solo colpevoli di essere familiari di simpatizzanti della rsi.
RispondiEliminaDovrebbero vergognarsi tutti questi comunisti, che nel nome della loro ideologia, si sono coperti di atroci nefandezze.
Spietato stalinista, fece anche cacciare da Radio Praga Catullo Uhrmacher (comunista convinto) dicedogli : "Sei trotzkista ed ebreo".
RispondiEliminaPerché nessuno cita i 64 militari fatti assassinare la notte del 13 maggio 1945 nell'ospedale psichiatrico di Vercelli? Furono fatte sparire gli atti giudiziari per salvarlo. Pansa ne ha parlato nei suoi libri.
RispondiEliminaBuonasera, condoglianze per suo fratello. Mio nonno fu di stanza a Vallemosso sotto gli ordini del tenente Cecora. Conserviamo una fotografia del tenente con i suoi soldati nel cortile della scuola elementare. Non riuscendo nemmeno ad avvicinarsi quando in vita, lo torturarono e uccisero come un cane quando, per ultimo, si arrese
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RispondiEliminaMi viene da vomitare
Si ricorda che il Moranino fece uccidere 12 civili, a mo' di esempio per chi non forniva soldi e cibo alla sua banda, e la foto dei 12 morti su un prato, fu fatta recapitare agli abitanti della Valle Mosso.......(Foto visibile sui libri di G.Pisano')
RispondiEliminaIl Ciellenismo è ancora in voga.Chi non è comunista.oggi, è tacciato di fascismo.Comunisti:Froci e lesbiche....e transessuali-Anche....in politica.....Lasciamo stare.
RispondiEliminaRicordo che i miei ottimi suoceri, commercianti,subirono il taglieggio di LIRE 100.000 ogni lunedi', dai primii del 1944 a fine guerra da parte dei partigiani comunisti, attestati sul Monte Tobbio, "Pena il rapimento delle due figlie" Cioe': mia moglie e sua sorella.Quelli, erano i......."Valorosi patrioti"......,
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