domenica 15 luglio 2018

Comunismo cinese e dissidenza : JIANG TIANYONG


Jiang Tianyong è un avvocato difensore dei diritti umani in Cina,  ed è un elemento di primo piano nel Movimento Weiquan (Studio legale per la difesa dei diritti umani), per il quale ha difeso Tibetani, petizionisti, aderenti al Falun Gong, vittime dell’HIV/AIDS, e altri gruppi vulnerabili.
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Jiang Tianyong

La sua attività lo ha inviso alle autorità cinesi che gli ha negato il rinnovo della sua licenza legale e lo ha incarcerato in più occasioni.
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Jiang è nato a Luoshan il 19 maggio 1971, nella provincia centrale di Henan, la terza provincia più popolosa della Cina, dove ha lavorato come insegnante dal 1995 al 2004.
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Nel 2004, ha lasciato il lavoro come insegnante, trasferito a Pechino e diventare un avvocato per i diritti umani.
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Nel 2005 superò gli esami di ammissione e divenne socio della "Beijing Global Lawfirm", lo studio legale più importante della Repubblica Popolare cinese, insieme ad altri importanti e famosi avvocati per i diritti umani.
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Durante la sua attività come avvocato, Jiang Tianyong ha assunto una serie di casi politicamente sensibili, compresi quelli dei firmatari di petizioni per ottenere giustizia e quelli delle minoranze sia religiose che etniche.
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Nel 2008, Jiang offrì i suoi servizi legali ai tibetani accusati di aver fomentato disordini in Tibet lo stesso anno, e assunse la difesa di un monaco tibetano, insieme all'avvocato Li Fangping.
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Nel 2008-2009 l’avvocato ha difeso Gao Zhisheng (avvocato cristiano) e Chen Guancheng (avvocato e dissidente cieco), oltre che i membri del Falun Gong (movimento religioso cinese) perseguiti per la loro attività di pratica spirituale.
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Jiang ha difeso anche i malati di Aids che sono stati contaminati con trasfusioni di sangue infetto.
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E’ stato difensore anche delle vittime coinvolte nel caso degli schiavi costretti a lavorare forzatamente nei mattonifici dello Shanxi (Regione della Cina settentrionale).
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In questi opifici anche i bambini erano costretti ai lavori forzati e le persone che si opponevano alla volontà del Partito comunista cinese erano sottoposte a torture di ogni tipo.
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A causa del suo impegno in difesa dei diritti umani, l ‘avvocato Jiang Tianyong è stato più volte incarcerato.
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Nel 2008 il Partito comunista cinese non gli ha rinnovato la licenza per esercitare il mestiere di avvocato, insieme ad altri 17 colleghi avvocati dello Studio Weiquan, e lo ha messo sotto sorveglianza confinandolo agli arresti domiciliari.
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Il 9 novembre 2009, al suo ritorno a Pechino da una visita di quattro settimane negli Stati Uniti durante i quali aveva tenuto discorsi sulle violazioni dei diritti umani e testimoniato davanti al Congresso, è stato arrestato, detenuto e interrogato, così come sua figlia di sette anni, mentre sua moglie è stata picchiata.
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Il Partito comunista gli ha negato il permesso di continuare a viaggiare all’estero, proibendogli l’espatrio.
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Nel mese di maggio 2010 gli è stato anche il permesso di volare da pechino a Hong Kong, mentre a ottobre gli è stato impedito di recarsi negli Stati Uniti dove era stato invitato per incontrare i membri del Congresso, con la motivazione che se avesse lasciato la Cina avrebbe potuto mettere in pericolo la sicurezza dello Stato.
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Nella primavera del 2011In addition, police forcibly disappeared Jiang for two months in the spring of 2011, following online calls in China to hold “Jasmine Rallies” just as pro-democracy movements spread across the Middle East and North Africa.Nela primavera del 2011 la polizia ha sequestrato Jiang, facendolo sparire per due mesi, dopo che su internet era  partito un invito anonimo alla popolazione per partecipare in 13 città a proteste pacifiche per i diritti umani.
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Nel maggio 2012 la polizia ha sequestrato Jiang mentre stava andando a visitare Chen Guangcheng in un ospedale di Pechino, arrestandolo e trattenendolo per nove ore, durante le quali l’avvocato è stato picchiato così duramente da perdere l'udito.
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Nel febbraio del 2015-2016 il Partito comunista ha scatenato la più grande repressione contro il dissenso, dopo quella di Tienanmen, arrestando 54 persone appartenenti alla sfera dei dissidenti, come il blogger Ai Weiwei, l’avvocato Jiang Tianyong, gli attivisti Chen Wei, Ding Mao, Jiao Guobia, Liu Xianbin, Mao Hengfeng, Ni Yulan, Ran Yunfei, e tanti altri.

Il 21 novembre 2016 Jiang scomparve, sequestrato dal regime comunista, e tenuto in custodia per essere sottoposto a varie torture, come quella ad esempio di stare seduto immobile fino a 15 ore di seguito, poi picchiato brutalmente con calci e pugni.
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Il 16 dicembre 2016 le autorità cinesi hanno confermato che Jiang era sotto la loro custodia per sottostare a “misure penali obbligatorie” con l’accusa di “incitamento alla sovversione del potere statale".
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L’arresto è stato formalizzato ufficialmente il 31 maggio 2017, mentre il 21 novembre è stata emessa la sentenza di condanna a due anni carcere, in un processo senza i propri avvocati, poiché il regime gli aveva imposto quelli dello Stato.
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La moglie dell’avvocato Jiang, la signora Jin, in una conferenza stampa del 27 giugno alla RFA, ha dichiarato che le guardie carcerarie stanno costringendo il marito ad assumere farmaci non identificati per due volte al giorno, a causa dei quali Jiang sta perdendo la memoria.
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In maggio, altri attivisti per i diritti umani hanno confermato che quella farmacologica è una delle strategie del regime comunista cinese per annichilire e spersonalizzare le persone.
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Sono infatti emerse decine di segnalazioni e testimonianze di petizionisti, dissidenti, uiguri, e avvocati, che testimoniano come nei vari “campi di rieducazione” si costringano i prigionieri ad assumere farmaci misteriosi.
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sedia con manette

Jin ha richiesto alla prigione n° 2 della provincia di Henan, dove è rinchiuso il marito, di conoscere il nome del farmaco, ma nel frattempo le autorità carcerarie hanno impedito a Jiang di ricevere pacchi dalla famiglia, di acquistare beni di prima necessità, e di usufruire dell’ora d’aria giornaliera, concedendogli al massimo l’uso dei corridoi interni alla struttura.
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Il padre dell’avvocato, il signor Jiang Lianghou, nella sua ultima visita al figlio in carcere ha notato che questi era seduto su una sedia in metallo fissata al pavimento, con manette attaccate , e che le sue gambe erano rosse e gonfie, portandolo a supporre che il figlio fosse costretto a sedervisi per lungo tempo, ammanettato.
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Una tortura, questa, tipica della ferocia comunista, applicata quotidianamente nei laogai di tutta la Cina.
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Il palese disprezzo dei diritti umani è una tragica costante in Cina, con il beneplacito del presidente Xi Jinping, a cui i nostri politici stringono la mano …
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Dissenso
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