(Pozarevac,
20 agosto 1941 - L’Aia,
11 marzo 2006)
Slobodan Milosevic |
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Dal
1959 Slobodan Milosevic era iscritto alla Lega dei Comunisti della Jugoslavia.
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Dal 1984
al 1986 è stato Presidente del Comitato cittadino del Partito comunista a Belgrado,
mentre dal 1986 al 1988 è stato Presidente del Partito comunista della Repubblica
serba.
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Nel
1989 divenne Presidente dell’Organo collegiale di presidenza della Serbia, poi
fu eletto Presidente unico nel 1990 e riconfermato nel 1992.
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Il
Partito comunista serbo nel 1990 si fuse con il partito socialista guidato da
Milosevic che ne divenne Presidente.
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Fu
uno dei massimi esponenti e fautore del nazionalismo serbo che, accompagnato da
analoghi orientamenti delle altre repubbliche jugoslave, condusse allo scoppio
della guerra civile nel 1991.
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Repubbliche federali nella ex - Jugoslavia |
Nel 1992 La Bosnia Erzegovina proclamò l’Indipendenza con il Presidente Alija Izetbegovic, musulmano e nazionalista, fondatore del Partito di azione democratica (SDA) che guidò la Repubblica bosniaca nella guerra civile.
La guerra fra nazionalisti si svolse in maniera molto
cruenta e fu diretta contro le popolazioni civili, assumendo i toni di
genocidio.
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Il
Partito democratico serbo (SDS) rifiutava la prospettiva di vedere i
serbi bosniaci diventare una minoranza in uno Stato indipendente a componente
maggioritaria di etnia musulmana.
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Le
truppe federali di Milosevic sostennero, durante la guerra civile, i Serbi
della Croazia e della Bosnia, nonostante gli innumerevoli massacri di
civili di cui questi ultimi si resero responsabili.
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Radovan Karadzic
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Il
7 aprile 1992 con l’appoggio del Presidente della Serbia Slobodan
Milosevic, il leader del SDS Radovan Karadzic, dopo aver occupato il 70 % del
terrritorio bosniaco, proclamò la nuova Repubblica
serba di Bosnia.
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In
risposta, il 15 maggio 1992 i Croato-bosniaci autoproclamarono la Comunità croata di Herceg-Bosna, con capoluogo Mostar
Ovest e Presidente Mate Boban, leader di HDZ
(Comunità democratica croata)
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Alla
fine del 1992 al Presidente della Repubblica bosniaca Izetbegovic rimaneva solo il 9 % del territorio
bosniaco.
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Dal 1993 Milosevic ridusse progressivamente il suo
appoggio, e ciò permise un riequilibrio
dei rapporti di forza tra le fazioni belligeranti che, insieme alla pressione
diplomatica statunitense, portò Croato-bosniaci e Musulmani ad un
accordo per la costituzione di una Federazione croato-musulmana, siglato a
Washington il 18 marzo 1994 dal Presidente croato Franjo
Tudjiman e dal Presidente bosniaco Izetbegovic.
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Le sue truppe dal 1992 al 1995 avevano già compiuto
massacri contro i civili e stuprato migliaia di donne musulmane.
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In settembre un massiccio attacco areo delle forze NATO
contro i serbo-bosniaci, e l’avanzamento parallelo dei processi di
negoziazione, portarono ad una trattativa di pace che iniziò a Dayton (Ohio –
USA) a fine ottobre .
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Il 21 novembre gli accordi di pace furono firmati da
Milosevic per i Serbi, da Tudjiman per i Croati, e da Izetbegovic
per la Bosnia, e furono ratificati a Parigi il 14 dicembre.
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Con
l’accordo di Dayton lo Stato bosniaco
venne suddiviso in due entità distinte :
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Mappa odierna della ex - Jugoslavia |
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La Repubblica Serba di Bosnia e la Federazione–musulmana rispettivamente con il 49 % e il 51 % del territorio.
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La Repubblica Serba di Bosnia e la Federazione–musulmana rispettivamente con il 49 % e il 51 % del territorio.
La Repubblica Serba
comprende le regioni settentrionali (confinanti con la Croazia) e orientali
(confinanti con Serbia e Montenegro) separate dal distretto di Brcko, conteso
dalle due entità federate e governato da una amministrazione internazionale.
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La
Federazione Croato-musulmana presenta
una enclave e una maggiore frammentazione etnica : è
divisa in 10 cantoni di cui 5 sono a maggioranza bosniaca, 3 a maggioranza
croata e 2 misti.
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L’entità
musulmana fa politicamente capo alla capitale Sarajevo, mentre quella serba ha
fissato la propria sede prima a Pale, poi a Banja Luka.
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Va detto che fin
dal giugno 1992 le forze di interposizione dell’ONU vennero dispiegate a
Sarajevo, che era sotto assedio Serbo, mentre la NATO nel 1995 dispiegò
le sue forze in Bosnia Erzegovina.
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La
gravità delle violenze commesse, come i massacri e gli stupri di massa ai danni
delle donne musulmane, così come i campi di concentramento per i civili,
indussero l’ONU a istituire un tribunale sui crimini di guerra nella ex
Jugoslavia.
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La lunga guerra civile ha provocato 300.000 vittime e un
esodo di 2.7000.000 persone.
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Nel
2001 Slobodan Milosevic venne arrestato su mandato della Magistratura serba e
processato per crimini di guerra, per crimini contro l’umanità e genocidio,
oltre che per il suo ruolo nelle guerre in Croazia e in Bosnia (1991-1995) e in
Kosovo (1998-1999).
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Ritrovamento di una fossa comune a Srebrenica |
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L'ex presidente comunista jugoslavo doveva rispondere ai capi di accusa sui massacri e le torture in Croazia, il tentato genocidio in Bosnia, i pogrom del Kosovo.
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L'ex presidente comunista jugoslavo doveva rispondere ai capi di accusa sui massacri e le torture in Croazia, il tentato genocidio in Bosnia, i pogrom del Kosovo.
Aveva
chiesto che venissero sentiti 1.630 testimoni.
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Il
processo che doveva fare giustizia sulle più atroci violazioni dei diritti
umani compiute in Europa dal 1945 si era aperto davanti alla Corte
internazionale dell'Aja nel febbraio 2002 ma, interrotto a più riprese a causa
delle sue condizioni di salute, stava finendo in una farsa.
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Milosevic
da tempo soffriva di cuore e aveva gravi problemi di ipertensione che avevano
portato più volte alla sospensione del dibattimento.
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Il
criminale comunista Slobodan Milosevic è morto improvvisamente nella sua cella
della prigione di Scheveningen del Tribunale Penale internazionale all'Aja (Paesi Bassi) e dovrà ora vedersela con la
Giustizia divina.
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Dissenso
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