Georgij Malenkov |
Georgij
Maksimilianovič Malenkov (Orenburg,
8 gennaio1902 – Mosca, 14 gennaio 1988) è stato un politico sovietico, capo del
Partito Comunista dell’Unione Sovietica e attivo collaboratore di Stalin.
.
Nato
in una famiglia militare di origine macedone, entrò nell’Armata Rossa nel 1919,
dove fu nominato Commissario politico, poi successivamente si iscrisse al
Partito Comunista nell’aprile del 1920.
.
Nel
1921, dopo la vittoria dell’Armata rossa bolscevica nella guerra civile
russa, dove si era costruita fama di
“bolscevico puro”, Malenkov si recò a Mosca per studiare presso l’Istituto
Superiore di Tecnologia e ne divenne il Segretario Comunista.
.
Nel
1924 fu notato da Stalin che lo integrò nell’Ufficio organizzativo del Comitato
Centrale del partito.
.
In
questo ruolo, lavorando per il Partito Comunista Malenkov divenne uno dei
maggiori confidenti e favoriti del dittatore sovietico.
.
Insieme
a Lavrentij Berija, Malenkov collaborò con Stalin per realizzare le purghe
degli anni trenta, e cioè le feroci e sanguinarie repressioni attuate per
epurare il Partito da presunti cospiratori.
.
Questo
periodo di “terrore” estese l’area delle operazioni a tutte le zone in cui
operavano gli appartenenti al Partito, nessuno escluso.
.
Nel
1937 furono annichiliti i quadri di Partito della Georgia, dell’Armenia,
dell’Uzbekistan, sostituendo in toto e deportando gli apparati precedenti, così come avvenne
per i Tatari o nel Dagestan, in Kirgizija, in Kazachstan, in Baskirja, in
Karelja.
.
In
particolare nel 1938 Malenkov fu una delle figure chiave nell’inquisizione
che causò la caduta in disgrazia e la
successiva fucilazione di Nikolaj Ivanovic Ezov, capo del famigerato NKVD.
.
Nel
1941, dopo l’invasione dell’Unione Sovietica da parte della Germania, Malenkov
entrò a far parte del Comitato di Difesa dello Stato insieme a Berija,
Vorosilov, Molotov, e Stalin, divenendo così uno dei cinque uomini più potenti
dell’intera Russia.
.
Ucraina - Kulaki vittime della carestia indotta da Stalin e dai suoi feroci collaboratori |
.
Dal 1941 al 1943 come membro del Comitato si occupò di supervisionare la produzione degli aerei da guerra e lo sviluppo dell’armamento nucleare, oltre al sistema repressivo dei gulag.
.
Dal 1941 al 1943 come membro del Comitato si occupò di supervisionare la produzione degli aerei da guerra e lo sviluppo dell’armamento nucleare, oltre al sistema repressivo dei gulag.
In
questo periodo insieme a Berija fu promotore e responsabile della deportazione
di tedeschi, calmucchi, carcaevi, balcari, ceceni, ingusceti, e tatari di
Crimea.
.
Alla
fine del conflitto mondiale Malenkov si schierò contro quei comandanti militari
sovietici che, per merito delle loro vittorie,
avevano riportato successo e
prestigio, sospettandoli di tendenze capitaliste, come ad esempio il Maresciallo Georgij
Konstantinovic Zukov.
.
Zukov
era un vero e proprio eroe di guerra e vincitore di numerose battaglie contro
gli invasori nazisti, come l’assedio di Leningrado, la battaglia di
Stalingrado, e quella di Berlino.
.
L’invidia
e la paranoia di Stalin, coadiuvato da Malenkov, furono il motivo per cui Zukov
e altri eroi di guerra furono accusati di aver stretto rapporti con gruppi
controrivoluzionari e di interpretare un ruolo di carismatico populismo.
.
Zukov
fu degradato e trasferito a Odessa per svolgere incarichi minori,
mentre Malenkov acquistò potere nella cerchia di collaboratori di Stalin, al
punto che nel 1946 entrò a far parte del Politburo, l’Ufficio politico del
Comitato Centrale del PCUS, che costituiva l’organismo dirigente del Partito
stesso.
.
Successivamente,
dopo un periodo trascorso in secondo piano, per aver perso la sua posizione di
favorito di Stalin a vantaggio di Zdanov che lo aveva messo in ombra, Malenkov
si alleò a Berija e insieme a lui operò per “purgare” e spedire nei gulag
siberiani sia Zdanov che tutti i suoi collaboratori e simpatizzanti.
.
Da sinistra : (sopra) Berija e Kaganovich - (sotto) Molotov e Malenkov |
.
Nel 1949 iniziò la deportazione delle popolazioni baltiche, dopo che il regime comunista sovietico aveva di nuovo occupato i loro territori nel 1944.
.
Nel 1949 iniziò la deportazione delle popolazioni baltiche, dopo che il regime comunista sovietico aveva di nuovo occupato i loro territori nel 1944.
Furono
deportate 42.149 persone di etnia lettone, (soprattutto contadini cosiddetti
“kulaki”), e mandate nei distretti siberiani di Oirkutsk e Krasnojarsk,
Novosibirsk, Amur, Omsk, e Tomsk.
.
4941
persone, corrispondenti al 12 % dei deportati, morirono nei territori
siberiani, a causa del criminale progetto di sovietizzazione della Lettonia
imposto da Stalin e dai suoi collaboratori.
.
A
queste vittime vanno aggiunte quelle della prima deportazione di massa attuata
dai russi in occasione della precedente occupazione nel 1941, in cui furono
strappate alle loro case e al loro territorio ben 15.000 persone (soprattutto
cosiddetti “borghesi capitalisti”).
.
Allego
copia di un documento con cui il Consiglio dei Ministri di Stalin, di
Berija, e di Malenkov impone le quote
di deportazione :
.
■ ■ ■ ■ ■
.
Mosca, 12 marzo 1949
.
Oggetto: deportazione dei kulaki e delle loro famiglie, banditi e
nazionalisti dai territori di Lituania, Lettonia ed Estonia.
.
Con la direttiva del Consiglio dei ministri nr. 390-139 viene dato
incarico al Ministero per la sicurezza nazionale di inviare da Lituania,
Lettonia ed Estonia, kulaki e famiglie, banditi, nazionalisti e famiglie, che
si trovano in condizioni di illegalità […]
.
Il Consiglio dei ministri dell’Urss ha stabilito che le suddette
persone sono da collocare in luoghi di detenzione a vita. Ai deportati è
concesso portare con sé oggetti personali, proprietà quali vestiti, piatti,
piccoli attrezzi agricoli e casalinghi, oltre a una riserva di alimenti. Per
ogni famiglia il limite di peso è di 1500 kg.
.
Il Consiglio dei ministri dell’Urss ha incaricato il ministero degli
interni di gestire i convogli e i trasferimenti per ferrovia e per vie d’acqua
fino ai luoghi di detenzione, con l’attenta supervisione dei luoghi di
deportazione e del corretto insediamento dei detenuti, stabilendo un regime che
escluda qualsiasi possibilità di fuga; la sistemazione dei deportati in imprese
agricole (kolkhoz e sovkhoz) e in fabbriche.
.
.
l’invio da Lituania, Lettonia ed Estonia di kulaki,
nazionalisti, banditi e loro sostenitori con le famiglie in luoghi speciali di
detenzione:
.
Nel distretto di Krasnojarsk – 4000 famiglie
.
Nel distretto di Novosibirsk – 3000 famiglie
.
Nel distretto di Tomsk – 7000 famiglie
.
Nel distretto di Omsk – 6000
.
Nel distretto di Irkutsk – 6967 famiglie. […]
.
■ ■ ■ ■ ■
.
Tra
il 1952 e il 1953, molte copertine del Time, il settimanale di informazione
americano, indicarono Malenkov come il più accreditato successore di Stalin.
.
Nel
1952 divenne membro del Comitato centrale del PCUS e l’anno successivo alla
morte di Stalin ricoprì per breve tempo la carica più alta dell’URSS.
.
Divenne
infatti leader dell’Unione Sovietica (marzo settembre 1953) e fu Capo
del Governo dell’Unione Sovietica dal 1953 al 1955 grazie anche all’appoggio di
Berija, controllando così l’intero apparato del PCUS.
.
In
seguito dovette però farsi da parte a causa della opposizione di altri membri
del Comitato Centrale.
.
Fu
affiancato da Nikita Sergeevic Chruscev che dopo aver assunto l’incarico di Segretario
Generale del Partito, iniziò un periodo
di governo a due.
.
Malenkov
mantenne la carica di Premier per altri due anni, poi nel 1955 fu costretto a
rassegnare le dimissioni a causa della sua vicinanza a Berija, che nel
frattempo era stato giustiziato come traditore nel 1953.
.
Nikita Chruscev |
Nel
1957 fu costretto a dimettersi anche da membro del Presidium, dopo aver fallito
insieme a Nikolaj Bulganin, Vjaceslav Molotov, e Lazar’ Kaganovic, un tentativo
di deporre Chruscev.
.
Nel
1961 fu definitivamente espulso dal Partito Comunista ed esiliato in Kazakistan
a dirigere una centrale idroelettrica.
.
Morì
all’età di 86 anni a Mosca e fu sepolto nel cimitero di Kuncevo (nel distretto
occidentale della Capitale russa).
.
.
.
Dissenso
.
.
Fu indubbiamente un stalinista di primo piano al tempo delle purghe degli anni'30,purtroppo il giudizio complessivo mi appare molto più intricato di come questa ricostruzione vorrebbe presentarlo:figura indiscutibilmente servile nei confronti di un tiranno paranoide come Stalin,rispetto a figure come 'Saddam-Ceausescu'Zdanov(qui descritto quasi si fosse trattato di un riformatore vittima
RispondiEliminadel regime)ossessionato dalla compattezza dell'organizzazione sociale attorno alle direttive di regime(e di cui Molotov in fondo rappresentava solo una versione apparentemente temperata dalle origini leniniste)o come il cripto-cambogiano Lazar Kaganovich,anch'esso analogamente a Molotov filo teso tra le origini leniniane con l'orgia repressiva di massa patrocinata dal Pol-Pot di Mosca Ezov,per non parlare del vero prediletto di Stalin,ossia Panteleimon Ponomarenko,autentico campione di supina ricettività nei confronti delle indicazioni oppressive del tiranno sovietico come nel caso della repressione della resitenza polacca sotto l'occupazione russa,Malenkov appare,a confronto,quasi un patetico'tappabuchi di Stalin',intento a colmare i vuoti organizzativi,logistici,informativi,che la sconsiderata azione terroristica disarticolante attuata dal regime venne a creare(come il tipico caso della seconda guerra mondiale relative alle conseguenze della purga contro la struttura delle forze armate).Non dimentichiamo,infine,come dopo la morte del"baffone"Malenkov desse inizio a linee distensive all'estero e riformatrici sul piano interno poi sviluppate da Kruscev,anche se il vero referente di questa linea verrebbe paradossalmente ad essere essenzialmente Andropov con cui non fu certo in ottimi rapporti a causa della supposta vicinanza a Suslov(similmente al caso di Alexej Kuznecov,leningradese vicino a Zdanov,la cui favorita eliminazione considero il più grave errore politico del"nostro" personaggio nell'ambito delle sfere di partito perchè ne fece vittima un potenziale alleato da opporre all'ascesa di Kruscev,sicuramente infinitamente più affidabile di Molotov,Kaganovich,Vorosilov nonchè Bulganin)
Concluderei poi richiamando l'attenzione sul fatto che il cosiddetto eroe di guerra Zukov,indubbiamente abilissimo comandante militare sul campo,fu fin troppo spregiudicato nel sacrificio di soldati in operazioni arrischiate,sena contare l'episodio del poligono nucleare di Tochoe vicino a Ckalov e agli Urali meridionali dove decine di migliaia di soldati vennero utilizzati in un'assurdo esperimento come cavie in un'area contaminata da esplosione di bombe nucleari....